Respirare Parigi conserva l’anima
di Marica Ferri
Aumento dei prezzi, inflazione, difficoltà economiche, quest’anno scolastico è stato, tra le altre cose, anche quello del caro-gita. Nonostante gli interventi economici da parte del Governo, i disagi restano, la fatica, per chi si prende la responsabilità di organizzare questi viaggi, è tanta.
E quindi? Vale ancora la pena proporre ai ragazzi queste esperienze?
Abbiamo accompagnato una quinta a Parigi per quattro giorni. Tutta la classe desiderava partecipare: a causa della pandemia questa è stata la prima gita di più giorni che è stato possibile organizzare. Ci è stato chiaro fin da subito che era un’occasione da non sprecare, che avremmo dovuto trovare un modo. A Parigi i ragazzi possono entrare gratuitamente al Louvre, al Musée d’Orsay, alla Sainte Chapelle, imperdibili capolavori dell’arte a livello mondiale.
Arrivati a Parigi, dopo esserci sistemati in hotel, abbiamo fatto un giro nel quartiere degli artisti, Montmartre. Dopo la Tour Eiffel, il grattacielo di Montparnasse e Les Invalides, la basilica del Sacro Cuore è il luogo più alto della città. Guardare le cose dall’alto; volevamo che questi ragazzi, che stanno per concludere il percorso, facessero esperienza della Bellezza di questa visione di insieme.
I due giorni successivi ci siamo dedicati al Louvre e al Musée d’ Orsay, per vedere finalmente dal vivo i quadri studiati in classe e imparare a guardare come guardano gli artisti, con la stessa attenzione e profondità. Ci siamo accorti di come le cose nella realtà abbiano sempre la capacità di stupire: la Notte stellata sul Rodano di Van Gogh dal vivo “è più luminosa”, “sembra appena dipinta”, “che debba ancora asciugarsi”. La Zattera della Medusa di Théodore Géricault è così imponente che “le onde sembrano travolgerti”. Aveva ragione W. Shakespeare nel far dire ad Amleto che "ci sono più cose in cielo e in terra di quante tu ne possa sognare nella tua filosofia” (Amleto).
Davanti al Musée d’Orsay abbiamo letto alcune delle lettere che V. Van Gogh ha scritto al fratello Theo, abbiamo scoperto che amava C. Dickens e la letteratura inglese.
“Voglio che tu capisca bene la mia concezione dell’arte (...) Voglio fare dei disegni che vadano al cuore della gente. (...) Sia nella figura che nel paesaggio vorrei esprimere non una malinconia sentimentale ma il dolore vero. In breve, voglio fare tali progressi che la gente possa dire ‘sente profondamente, sente con tenerezza’. (...) Spesso mi trovo nello stato più miserando, ma resta sempre un’armonia calma e pura, una musica dentro di me. (...)
Se tutto ciò che facciamo si affaccia sull’infinito, se si vede il proprio lavoro trarre la sua
ragion d’essere e proiettarsi più in là, si lavora più serenamente. Non succede che amando una cosa, la si vede meglio e più esattamente di quando non la si ama?”
E ora che siamo tornati a scuola, cosa resta della gita? “È stata un’ottima esperienza per rafforzare i rapporti interpersonali all’interno del gruppo classe e con i professori”.
“Un fattore per me fondamentale della gita sono stati anche i momenti di libertà perché è segno di stima da parte dei prof”.
“Fare questo viaggio con la classe è stata una sorpresa, mi è stato utile per scoprire e conoscere meglio alcuni aspetti dei miei compagni e delle professoresse. Sono persone che ogni mattina mi trovo davanti, ma ora seguire le lezioni è più facile”.
“Grazie alla gita sono riuscito a fare un’esperienza di convivenza, cosa che non ero riuscito a fare prima, mi ha permesso di sconfiggere la paura di viaggiare da solo”.
“È stato interessante poter vedere alcuni quadri fatti studiando a scuola e quindi avere una conoscenza sulla storia che si cela dietro la tela”.
“Anche se avevo già visitato la città è stata un’esperienza unica, un ricordo indelebile per la presenza dei miei compagni di classe”.
“La gita a Parigi è stata bella sia dal punto di vista didattico sia dal punto di vista del divertimento, non sono mancati i momenti di svago così come ci sono stati momenti istruttivi con spiegazioni riguardo a ciò che stavamo visitando”.
“Ho preferito questa gita a una vacanza personale per passare del tempo con un gruppo che in molti casi prenderà le proprie strade e non avrà occasione di fare esperienze del genere assieme”.
“Nonostante avessi già visitato Parigi qualche anno fa e molti dei luoghi in cui siamo stati li avevo già visti, l’esperienza è stata completamente nuova perché ho avuto modo di apprezzare ciò che vedevo con un punto di vista diverso: mi sono accorta che io ora sono diversa”.
Ascoltando le parole dei ragazzi stessi ci sembra evidente che, sì, vale la pena fare di tutto per rendere queste esperienze occasioni possibili per tutti coloro che lo desiderano.